LEGA NAZIONALE CONTRO LA PREDAZIONE DI ORGANI
E LA MORTE A CUORE BATTENTE
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COMUNICATO STAMPA
 Anno XXXI n.5
25 Marzo
2015

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PIETRO TARANTINO
DIAGNOSI INVENTATA - TERAPIE ASSENTI - ESPIANTO ILLEGALE - ORGANI TRAFUGATI

Anniversario dell'espianto di Pietro Tarantino contro la sua volontà e dei familiari: il fratello Mario e la moglie hanno denunciato per omicidio volontario. Il procedimento è stato trascinato per 15 anni e chiuso d'autorità con incidente probatorio-farsa, nonostante per il giudice le indagini preliminari non fossero esaustive su fatti importanti, come la diagnosi. Questo al fine di non procedere con l'invio a giudizio dei 5 medici indagati. Giustizia negata.

Tribunale di Bergamo–sezione del GIP–ordinanza di archiviazione in seguito ad opposizione

Dopo una perizia svolta in incidente probatorio dove parlano esclusivamente i due periti del giudice: rianimatore e medico legale entrambi coinvolti nei trapianti, in assenza di contradditorio, con veto di parola per i 4 consulenti di Tarantino...
Il Giudice ...osserva ...che “la richiesta di archiviazione (da parte dei 5 medici) deve essere accolta.” (omesse 32 righe). Sentenzia:

“Così stando le cose, ogni successiva condotta dei sanitari indagati risulta del tutto irrilevante in relazione all'evento, che già si era verificato.
E quindi i temi di indagine, che prima dell'incidente probatorio non risultavano sufficientemente approfonditi (e cioè le questioni relative alla mancata somministrazione del mannitolo, alla nutrizione del Tarantino, alla sottoposizione del medesimo ad esami invasivi e allo stesso accertamento della scala di coma in uso nell'ospedale di Bergamo, questioni peraltro tutteaffrontate dalla perizia e risolte escludendo la sussistenza di profili di colpa professionale) e che destavano seri dubbi riguardo alla sussistenza di profli di colpa (o addirittura profilavano una
condotta dolosa degli indagati), alla luce dell'elaborato peritale in atti, appaiono oggi del tutto secondari e privi di rilevanza in relazione all'accertamento delle cause della morte del Tarantino e della valutazione della condotta dei sanitari sottoposti ad indagine.
Deve infine rilevarsi come la perizia sia stata svolta sulla scorta degli elementi di fatto raccolti nel corso delle indagini preliminari, i quali non sempre risultano essere esaustivi (p.es. Le informazioni riguardo all'intervento dei medici del pronto soccorso di Vaprio d'Adda non consentono di determinare orari e dosaggio di somministrazione dell'atropina, così come è ignoto l'orario in cui venne effettuato l'EEG).
Tuttavia occorre tenere presente innanzitutto come tali carenze oggi non possano essere più integrate (ed invero, con ogni ragionevole probabilità, non potevano essere integrate neppure nel momento in cui l'indagine venne riaperta), ma soprattutto come, atteso il gravissimo insulto encefalico patito dal Tarantino in occasione dell'incidente stradale occorsogli, ogni integrazione (e dunque  anche  quella  richiesta  dalle  persone  offese  nell'atto  di  opposizione)  risulti assolutamente ininfluente ai fini dell'accertamento dei fatti.
Deve allora concludersi che la dolorosa vicenda del ricovero del Tarantino nell'ospedale di Bergamo non fu altro che la naturale prevedibile ed inevitabile conseguenza, come efficacemente e convincentemente esposto dai periti, del danno dal Tarantino medesimo subito a causa dell'infortunio stradale in cui fu coinvolto.
Tale è la conclusione cui deve serenemente pervenirsi, depurando il fatto da ogni profilo extraprocessuale (quale quello attinente al problema dei trapianti di organo, più e più volte sollevato dai difensori delle persone offese), del tutto ultroneo ed inconferente in ordine alla valutazione della rilevanza penale delle condotte degli indagati, unica valutazione propria della sede processuale. Dispone l'archiviazione del procedimento a carico di...(5 medici ndr) perché il fatto non sussiste”  Il Giudice -Bergamo 7.4.2004                  

I fatti:  Pietro Tarantino ha un incidente alle 7 circa del giorno 23 marzo '89. Ricoverato al Pronto Soccorso dell'ospedale di Vaprio D'Adda viene trasferito in elicottero all'ospedale di Bergamo ove giunge alla Neurochirurgia alle 9.00 ca. dove è valutato in coma profondo sotto Atropina, farmaco che produce midriasi. Ai familiari che giungono alle 11/11.30 il medico dice che Pietro è morto (sic) e chiede gli organi: opposizione immediata della famiglia. Dalla cartella clinica si rileverà che a Bergamo non fu né trattato, né curato: tolti perfino gli antiedemigeni iniziati dal P.S. di Vaprio, cura base ed indiscussa in questi casi; tenuto pesantemente disidratato e in grave ipossia nelle 24 ore rimasto in Neurochirurgia dove fin dal primo giorno vengono chiesti esami di laboratorio urgenti "X ESPIANTO". Trasferito col timbro "DONATORE D'ORGANI" alla Rianimazione, dove il 24 marzo, giorno precedente al cosiddetto accertamento di "coma depassè", viene eseguita una coronariografia invasiva e dannosa, finalizzata non al paziente, ma alla valutazione del cuore da trapiantare. I parenti si opposero andando in Questura ben 3 volte. Di nascosto, nel mancato rispetto della legge, il giorno 25 fu dichiarato, illegalmente, "morto cerebrale" ed espiantato a cuore battente nonostante l'opposizione.  Cuore e reni furono prelevati inspiegabilmente col "nulla osta" della Procura, il pancreas senza neppure il "nulla osta" e si scoprì dall'autopsia che il fegato e l'aorta furono trafugati.

Per quindici anni la famiglia ha lottato per un processo regolare, ove le prove potessero ottenere la garanzia del contraddittorio, ma fu loro negato. Per cui resta inspiegato come mai la neurochirurgia dell'ospedale di Bergamo ha ignorato la diagnosi corretta emessa dal Pronto Soccorso di Vaprio, da cui proveniva Pietro, e all'entrata l'ha sostituita con una diagnosi errata ed inventata.

Consiglio Direttivo
Presidente Nerina Negrello
Lega Nazionale Contro
la Predazione di Organi
e la Morte a Cuore Battente
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